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chiarapesentiagost

Animali e bestie.

“Filippo, tesoro, non correre! Mammina non ce la fa a starti dietro.” La voce di Laluisa giungeva forte e chiara dalla strada sotto casa. NonnaNenna, che si godeva il tiepido sole primaverile leggendo il giornale seduta in terrazza sorrise ricordando quando anche lei era una giovane mamma alle prese con un paio di pargoli scatenati. Dopo la forzata immobilità e il lungo inverno, che l’aveva costretta in casa per molti mesi, era forse la prima volta che aveva l’occasione di ascoltare voci e suoni del circondario. “Quasi quasi scendo anch’io! IlPrincipeee? Dove sei? Smetti di giocare con quel diavolo di videocoso e vieni a far due passi con me! Magari incontriamo Filippo!” disse la vecchina tirando il nipote per una manica. “Filippo? Boh! Dai che non ho finito la partita!” tentò di obiettare il ragazzino, senza successo. “Camminare fa bene, e giocare all’aria aperta ancora di più!” concluse NonnaNenna, che non ammetteva repliche. “Sì, ma metti la giacchina, e se corri non sudare, mi raccomando! E non sporcarti i vestiti” saltò su Cheddonna, distogliendo per un istante l’ attenzione dallo schermo del suo portatile, aperto sulla pagina di Facebook. E poi, rivolta a NonnaNenna : “Sai, con certe macchie mi tocca pretrattare, e sai che fatica!”

“Boh! Io usavo la candeggina e tuo papà e la zia Marta giocavano con la terra, l’erba…mai avuto problemi!” bofonchiò la nonna, un po’ infastidita. “La terra? Che orrore! Ma non sai quanti miliardi di batteri ci sono nella terra? È vero che IlPrincipe prende actimel ogni giorno, ma…”

NonnaNenna , incurante delle proteste della nipote, si era già avviata insieme a IlPrincipe, che sbuffava come una locomotiva. Il giardino del condominio era deserto come a gennaio; solo i fiori e il prato costellato di margherite, che Heyfurbo, il giardiniere del palazzo, fingeva di tagliare tre o quattro volte all’anno, suggerivano l’idea che la primavera fosse finalmente arrivata. Una signora con una carrozzina e un cane passava davanti al cancello d’ingresso, mentre Ilsignormilani, l’inquilino del pianterreno, rientrava in casa. “Che bello, signora! Quanto tempo ha?” si interessò l’anziano, rivolgendosi alla neomamma. “Tre mesi domani!” rispose intenerita la signora guardando con materno orgoglio il suo piccolo. “Sembra più grande, a vedersi. Di che razza è?” NonnaNenna , passando non poté fare a meno di notare l’espressione basita della giovane mamma, mentre Ilsignormilani continuava imperterrito a magnificare le doti del cane. ”Filippo, ora torniamo a casa!” NonnaNenna riconosceva la voce che aveva sentito poco prima, e che ora giungeva da dietro l’angolo. “Su, IlPrincipe, andiamo incontro a Filippo, così potrai farti nuovi amici…”. “Ciao, IlPrincipe!” gridò una voce dal secondo piano. BimboX, affacciato al balcone, scrutava la strada. “Hai già finito i compiti? Io devo fare novanta conticini! “ “Oh, por fioeu!” pensava NonnaNenna. “Ma quando hai finito, perché non vieni giù a giocare a pallone con IlPrincipe, c’è un bel sole!”gli propose.

“Non so se posso. Lilli è nel suo lettino e io devo farle compagnia. E poi la mamma non c’è,” si affrettò a rispondere lui. “Ma ecco la mamma! Ciao ! Ciao!” gridò a squarciagola il ragazzino. “Buongiorno,” disse Laluisa passando accanto a NonnaNenna. “Filippo, lascia stare la signora. Lo scusi, sa, ma è così vivace… e poi si sa che i cani hanno tanto bisogno di stare all’aria aperta! Se non lo porto fuori almeno tre volte al giorno si intristisce!”. L’espressione di NonnaNenna,il cui sguardo continuava ad andare dal cane, a Laluisa al bambino dietro le sbarre del balcone, per una volta prese il posto delle parole.


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